Ed eccomi a raccontare una storia, la mia.
Una storia iniziata come tante storie iniziano.
Con un inizio previsto, un percorso poco lineare, tutto curve e scossoni e un arrivo che non è ancora arrivato e spero arrivi il più tardi possibile.
Riprendo i post dei partecipanti all’iniziativa che risale al giugno 2014 … intervento di Andreas Formiconi a Paderno D’Adda.
Mi era piaciuta quella scatolina.
Piccina ma efficiente, efficace, coinvolgente.
In quella piccola scatolina c’era tutto un contenuto che i partecipanti potevano fruire, commentare e portarsi a casa liberamente tramite wifi. Non solo era possibile fruire ma anche partecipare inviando foto e materiale digitale prodotto al momento.
Una piccola rete locale in un piccolo spazio e per un piccolo tempo:
il tempo del seminario, lo spazio di un’aula di scuola.
Poco tempo prima una mail di Roberto Marcolin aveva innescato una cascata di eventi che hanno portato fino a qui.
Un qui in cui è possibile che io abbia in mano e sappia in un qualche modo gestire un piccolo frammento di rete.
Quando si parla di internet e della rete si gesticola verso l’alto, nello spazio sterminato e trasparente. Si alzano gli occhi al cielo. Il pensiero percorre una nuvola, grande e grossa, che porta e trasporta sotto la spinta dei venti più strani, i dati, i nostri, le foto, le nostre, pezzetti di vita, dell’umanità intera.
Inafferrabili, volatili … frammenti.
Immaginate ora di vedere materializzarsi una piccola nuvoletta che si può stringere tra le mani, seguirne i contorni e trasportarne i contenuti.
Immaginate di guardare il cielo stellato sterminato.
Immaginate di rendervi conto, all’improvviso, che allungando la mano sia possibile afferrare, rigirare e studiare uno degli innumerevoli puntini luminosi. Non più distanti anni luce ma presenti e raggiungibili con un piccolo salto.
Potete portarne un frammento in classe.
Potete realizzare insieme ai vostri alunni uno spazio virtuale discreto e sicuro.
Una piccola scatolina con una chiavetta USB attaccata che fa entrare nelle nostre piccole vite quotidiane uno spazio digitale di cui essere un poco padroni e che forse ci regala un briciolo di consapevolezza.
Eh sì … il solito scarabocchio.
Uno scarabocchio emerso dall’ombra di una nuvola che ha improvvisamente coperto il sole, strappandomi ad un sonnolento pomeriggio estivo e pigro.
L’originale cartaceo chissà dove si trova ora.
Credo nella stufa.
Ma una foto è stata inviata e, come quelle lettere di aiuto che si lanciano in una bottiglia alla deriva … da qualche parte deve essere arrivata.
PS. Piratebox e non Piratedbox … ve l’avevo detto che stavo sonnecchiando 🙂